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Dipinti

San Lorenzo Martire

 

Suggestivo dipinto a tempera su tavola raffigurante San Lorenzo, con aureola decorata a foglia oro e arricchita da un’elegante e complessa bulinatura.
Lo sfondo è caratterizzato da elementi floreali e fitomorfi, mentre sulla destra vediamo raffigurata una fortezza che riprende lo stile iconografico dei blasoni medievali.
La figura del Santo è riconoscibile per la palma del martirio, per la capigliatura, per la veste color rosso, e soprattutto per la graticola, sulla quale fu martirizzato venendo arso vivo.
La cornice, eseguita in un periodo successivo, è di matrice stilisticamente più arcaica rispetto all’opera, riuscendo tuttavia ad accompagnarla in modo elegante e consono, in special modo adattandosi alla forma dell'opera.
Il dipinto è attribuito a Tommaso di Piero del Trombetto (Prato, 1464 – 1530 circa). Expertise a cura del Professor Alessandro Delpriori.
Misure: 113,5 x 53,5 cm

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Bibliografia di riferimento

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Cristo Crocifisso

 

Dipinto ad olio su tavola di provenienza fiamminga e databile alla prima metà del XVII secolo, raffigurante il Cristo crocifisso.

L'opera può essere a nostro parere accostata alla tradizione pittorica fiamminga del XVII secolo, il cui autore si può ritenere assimilabile a un seguace di Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640) o di Antoon Van Dyck (Anversa, 22 marzo 1599 – Londra, 9 dicembre 1641).

Le anatomie presentano una discreta analogia rispetto ai sopracitati maestri, con i quali l'autore del dipinto in questione condivide anche la scelta del supporto in quercia.

Non è infine da escludere che questi possa essersi ispirato anche a pittori precedenti, come ad esempio Michael Coxcie, artefice di una Crocifissione conservato nella Cattedrale di San Michele e Santa Gudula.

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Ecce Homo

 

Dipinto ad olio e tempera su tavola in larice raffigurante “Ecce Homo”, di provenienza spagnola e databile alla fine del XVI secolo. Si ipotizza un’attribuzione all’ambito dei pittori spagnoli Pablo Schepers e Roland de Mois. Gli autori fiamminghi furono chiamati a Saragozza da Martin de Gurrea y Aragòn, duca di Villahermosa intorno al 1559. I due formarono un’unica personalità artistica, e attualmente non siamo in possesso di dati bibliografici sufficienti per distinguerli. Esiste un pannello molto simile all’interno del municipio di Tarazona attribuito alla cerchia di Pablo Schepers, e una scena di Ecce Homo attribuita a Roland de Mois nella Basilica del Pilar a Saragozza. Questi dipinti mostrano particolari ricorrenti e similari quali la corona di spine, l’aureola che forma una croce luminosa e soprattutto i connotati del viso, come l’orecchio, gli occhi arrossati dal pianto, la caratteristica forma del naso, la barba, nonché l’espressione ricca di pathos. Misure: 50,5 x 38 cm

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Bibliografia di riferimento

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  • Criado, J.: “La pala d’altare maggiore del monastero di La Oliva (1571 – 1587) e il rinnovamento della pittura a Saragozza. Nuove precisazioni documentarie”, Artigrama, n. 26, 2011, pag. 2011, pag. 557 – 581.

  • Benito Domenech , José (1991). "Annotazioni al pittore fiammingo Pablo Schepers" . Accademia: Bollettino dell'Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando (73): 459-476. ISSN 0567-560X . Archiviato dall'originale nel 2007 . Estratto il 13 settembre 2020 .

  • Castro Alava , José Ramon (1941). «Le pale d'altare dei Monasteri de La Oliva e del Fitero» . Principe di Viana 2 (3): 13-26. ISSN 0032-8472 . Archiviato dall'originale il 13 dicembre 2007 . Estratto il 13 settembre 2020 .

  • Servo Mainar, Jesus Fermin (2011). «La pala d'altare maggiore del monastero di La Oliva (1571-1587) e il rinnovamento della pittura a Saragozza. Nuove precisazioni documentarie» . Artigrama: Giornale del Dipartimento di Storia dell'Arte dell'Università di Saragozza (26): 557-582. ISSN 0213-1498 . Estratto il 13 settembre 2020

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Dipinti

San Lorenzo Martire

 

Suggestivo dipinto a tempera su tavola raffigurante San Lorenzo, con aureola decorata a foglia oro e arricchita da un’elegante e complessa bulinatura.
Lo sfondo è caratterizzato da elementi floreali e fitomorfi, mentre sulla destra vediamo raffigurata una fortezza che riprende lo stile iconografico dei blasoni medievali.
La figura del Santo è riconoscibile per la palma del martirio, per la capigliatura, per la veste color rosso, e soprattutto per la graticola, sulla quale fu martirizzato venendo arso vivo.
La cornice, eseguita in un periodo successivo, è di matrice stilisticamente più arcaica rispetto all’opera, riuscendo tuttavia ad accompagnarla in modo elegante e consono, in special modo adattandosi alla forma dell'opera.
Il dipinto è attribuito a Tommaso di Piero del Trombetto (Prato, 1464 – 1530 circa). Expertise a cura del Professor Alessandro Delpriori.
Misure: 113,5 x 53,5 cm

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Bibliografia di riferimento

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Cristo Crocifisso

 

Dipinto ad olio su tavola di provenienza fiamminga e databile alla prima metà del XVII secolo, raffigurante il Cristo crocifisso.

L'opera può essere a nostro parere accostata alla tradizione pittorica fiamminga del XVII secolo, il cui autore si può ritenere assimilabile a un seguace di Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640) o di Antoon Van Dyck (Anversa, 22 marzo 1599 – Londra, 9 dicembre 1641).

Le anatomie presentano una discreta analogia rispetto ai sopracitati maestri, con i quali l'autore del dipinto in questione condivide anche la scelta del supporto in quercia.

Non è infine da escludere che questi possa essersi ispirato anche a pittori precedenti, come ad esempio Michael Coxcie, artefice di una Crocifissione conservato nella Cattedrale di San Michele e Santa Gudula.

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Ecce Homo

 

Dipinto ad olio e tempera su tavola in larice raffigurante “Ecce Homo”, di provenienza spagnola e databile alla fine del XVI secolo. Si ipotizza un’attribuzione all’ambito dei pittori spagnoli Pablo Schepers e Roland de Mois. Gli autori fiamminghi furono chiamati a Saragozza da Martin de Gurrea y Aragòn, duca di Villahermosa intorno al 1559. I due formarono un’unica personalità artistica, e attualmente non siamo in possesso di dati bibliografici sufficienti per distinguerli. Esiste un pannello molto simile all’interno del municipio di Tarazona attribuito alla cerchia di Pablo Schepers, e una scena di Ecce Homo attribuita a Roland de Mois nella Basilica del Pilar a Saragozza. Questi dipinti mostrano particolari ricorrenti e similari quali la corona di spine, l’aureola che forma una croce luminosa e soprattutto i connotati del viso, come l’orecchio, gli occhi arrossati dal pianto, la caratteristica forma del naso, la barba, nonché l’espressione ricca di pathos. Misure: 50,5 x 38 cm

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Bibliografia di riferimento

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  • Criado, J.: “La pala d’altare maggiore del monastero di La Oliva (1571 – 1587) e il rinnovamento della pittura a Saragozza. Nuove precisazioni documentarie”, Artigrama, n. 26, 2011, pag. 2011, pag. 557 – 581.

  • Benito Domenech , José (1991). "Annotazioni al pittore fiammingo Pablo Schepers" . Accademia: Bollettino dell'Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando (73): 459-476. ISSN 0567-560X . Archiviato dall'originale nel 2007 . Estratto il 13 settembre 2020 .

  • Castro Alava , José Ramon (1941). «Le pale d'altare dei Monasteri de La Oliva e del Fitero» . Principe di Viana 2 (3): 13-26. ISSN 0032-8472 . Archiviato dall'originale il 13 dicembre 2007 . Estratto il 13 settembre 2020 .

  • Servo Mainar, Jesus Fermin (2011). «La pala d'altare maggiore del monastero di La Oliva (1571-1587) e il rinnovamento della pittura a Saragozza. Nuove precisazioni documentarie» . Artigrama: Giornale del Dipartimento di Storia dell'Arte dell'Università di Saragozza (26): 557-582. ISSN 0213-1498 . Estratto il 13 settembre 2020

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Sacra Famiglia

 

Opera di pittore italo-fiammingo attivo tra Liguria e Piemonte, seguace coevo delle formule artistiche di Joos van Cleve. Il dipinto, databile al 1515 – 1525 circa, è un olio su tavola in larice raffigurante una Sacra Famiglia con cesto di fiori. L'attribuzione, a cura della Dr.ssa Mia Alsina, getta luce su un autore che godette dei frutti dell'espansione e del successo dell'arte fiamminga nel corso del XVI secolo, soprattutto in Italia, Spagna, Portogallo e Francia. Il pittore è un attento osservatore delle formule che Joos van Cleve mutuò a sua volta da artisti del panorama italiano, stemperando la severa compostezza dell'arte fiamminga con la dolcezza della Vergine, la naturalezza del chiaroscuro e la suggestività del paesaggio.

Di conseguenza, l'autore ha saputo suggerire e sviluppare una scena intima di complicità tra madre e  figlio, che pare esulare dalla presenza quasi distante di San Giuseppe, che contempla il bambino mentre pone le mani nella preghiera. Expertise a cura della Dr.ssa Mia Alsina - Timia Art Research.​ 

Misure: 64,5 x 48,5 cm

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Bibliografia di riferimento

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  • Snyder, James. Northern Renaissance Art, 1985, Harry N. Abrams, ISBN 0136235964

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San Sebastiano
Dettaglio 1
Dettaglio 2

San Sebastiano

 

Dipinto ad olio e tempera su tela di provenienza veneta e databile al primo XVI secolo.

Essa raffigura San Sebastiano, giovane martire paleocristiano, qui rappresentato come di consueto mentre è legato ad una colonna di marmo e trafitto da quattro frecce.

​L'opera è stata attribuita dal Professor Peter Humphrey a Girolamo Mocetto (Murano1458 circa – 1531 circa).

Alcune opere con le stesse caratteristiche corrispondono al Ritratto di ragazzo (Modena, Galleria Estense), datato dalla Dott.ssa Romano agli anni Novanta del Quattrocento, e la Vergine del trittico di Mocetto nella cappella di San Biagio in SS Nazaro e Celso, Verona.

La Dott.ssa Serena Romano lo colloca circa al 1517, datazione che può fornire una collocazione anche per il nostro San Sebastiano.

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Bibliografia di riferimento

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  • Peter Humfrey, Cima da Conegliano, Cambridge, 1983, cat. 138, 71 e 132.

  • Serena Romano, Ritratto di Fanciullo di Girolamo Mocetto, Modena, 1985.

  • Humfrey, 1993, cat. 214, 112

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